Il Castello Savelli e il regolamento "ignorato"
- Categoria: Turismo, Cultura e Sport
- Pubblicato: Lunedì, 16 Febbraio 2015 15:56
Già è stato scritto sull’Avviso Pubblico per la “locazione del Castello Savelli”: non abbiamo espresso giudizi, ma sono stati presentati i documenti, considerazioni generali e proposte alternative.
Ora è il momento di un’analisi attenta delle carte e di riferire sulla presentazione della richiesta di annullamento del provvedimento in autotutela. Il “Regolamento sull’utilizzo del Castello “Savelli”, approvato con deliberazione del C.C. n. 70 del 26 luglio 2007 definisce i criteri generali e specifici per l’utilizzo del nostro più importante bene artistico e culturale.
A leggere il regolamento, il provvedimento adottato dalla Giunta Comunale, non era di sua competenza. Possiamo quindi affermare che con l’approvazione della delibera n. 155 del 4 dicembre 2014, la Maggioranza ha preso una decisione che non poteva e non doveva prendere. Conseguentemente, anche l’Avviso Pubblico, adottato dal Dirigente del VII settore, non è legittimo.
La mano destra non sa cosa fa la sinistra
Per i componenti dell’attuale Giunta e per il Sindaco vale il proverbio “Non sappia la mano destra cosa fa la sinistra”. La delibera di Giunta di dicembre sembra essere stata scritta ignorando l’atto, approvato nel 2007, dal Consiglio Comunale per l’utilizzo dell’antico maniero. In particolare, il Sindaco e gli Assessori, non hanno letto l’articolo 6 che così recita:
"L’uso dei locali del Castello Savelli e delle relative pertinenze può essere concesso per breve, medio o lungo termine.
1) Breve termine: per singole iniziative o cicli di iniziative di durata inferiore ad un mese.
2) Medio termine: per un periodo superiore ad un mese e fino a sei mesi.
3) Lungo termine: per un periodo superiore a sei mesi e fino ad un anno.
La concessione per l’uso di cui ai punti 1 e 2 sarà rilasciata dal Responsabile del Servizio. La concessione per l’uso di cui al punto 3 sarà rilasciata con Delibera di Giunta Comunale. Le richieste per fruire delle sale del Castello e delle relative pertinenze dovranno essere presentate al Protocollo Generale del Comune, nel modo seguente:
- almeno con 20 gg di anticipo per le richieste a breve termine, utilizzando l’apposito modello prestampato (allegato Mod. A) disponibile presso l’ufficio cultura;
- con almeno 30 giorni di anticipo per le richieste a medio termine utilizzando l’apposito modello prestampato (allegato Mod. A) disponibile presso l’ufficio cultura;
- con almeno 60 giorni di anticipo per le richieste a lungo termine utilizzando l’apposito modello prestampato (allegato Mod. A) disponibile presso l’ufficio cultura;
L’uso superiore ad un anno potrà essere concesso solamente con delibera del Consiglio Comunale, previa eventuale sottoscrizione di apposita convenzione, soltanto ad Istituzioni, Enti, Università ed altri organismi, anche privati, per attività scientifiche, educative e formative, corsi di studio e finalità museali (fatta salva la destinazione d’uso degli ambienti della Foresteria che dovranno essere concessi secondo quanto previsto dal piano di finanziamento ottenuto dal Comune di Palombara Sabina per il suo restauro).
La domanda dovrà essere presentata, su modello prestampato (Allegato A) con 60 giorni di anticipo presso il Protocollo Generale del Comune. Le richieste non potranno in nessun caso essere relative all’utilizzazione contemporanea di tutte le Sale e Ambienti. Resta ferma la possibilità, da parte degli Organi Competenti (Consiglio Comunale, Giunta Comunale, Sindaco, Assessori e Consiglieri Delegati), di derogare ai termini di cui sopra in caso di particolari necessità o urgenze relative a iniziative ritenute meritevoli”.
Fare chiarezza
L’articolo 6 con chiarezza afferma tre concetti:
A) In nessun caso è prevista la “locazione” (anche di parte) del Castello Savelli. In ottemperanza alle indicazioni normative nazionali si parla solamente di “concessione”. Ricordiamo che locazione e concessione sono due istituti giuridici diversi.
- Per locazione si intende il contratto con il quale una parte (detta locatore) si obbliga a permettere a un altro soggetto (conduttore o locatario) l'utilizzo di una cosa per un dato tempo in cambio di un determinato corrispettivo (la cosiddetta "pigione" o "canone").
- La concessione è un provvedimento amministrativo, presenta elementi di affinità con l'autorizzazione e attribuisce o trasferisce posizioni o facoltà nuove al privato.
Non è un caso dunque che il Regolamento parli in modo esclusivo di concessione. Il motivo? il Castello Savelli possiede i caratteri del “patrimonio indisponibile”, vista la sua natura di bene storico-artistico. Sono numerosi gli interventi sia della Cassazione Civile sia della Corte dei Conti a tale proposito e, vista la natura dei beni parzialmente riconducibili ai servizi pubblici locali andava effettuata la pubblicazione prevista ai sensi dell’art. 32 comma 20 del DL 179/2012.
B) In secondo luogo il periodo di “concessione” se è sino ad un anno rientra nei poteri della Giunta Comunale. Ma la delibera e l’Avviso Pubblico concede il bene per 9 anni, dunque un periodo ben superiore. In questo caso è necessaria la deliberazione del Consiglio Comunale. Il Sindaco e la Giunta non erano quindi competenti a prendere decisioni del genere in quanto agli atti non appare la deliberazione necessaria per procedere alla “concessione” per oltre un anno.
C) In terzo luogo il Regolamento prevede una “concessione” a privati anche per un periodo superiore ad un anno ma alle seguenti condizioni: 1) la stesura di una convenzione a seguito di una presentazione di un progetto e 2) la deliberazione del Consiglio Comunale. È obbligatorio, cioè, che le finalità e le motivazioni per cui si ottiene la concessione del castello Savelli devono essere identificate in modo chiaro. Esse devono avere una ricaduta per la collettività attraverso attività scientifiche, educative e formative, corsi di studio e finalità museali. Eccetto la foresteria che è stata restaurata con finalità di ricezione alberghiera e ristorazione.
d) Infine c’è da aggiungere che l’Atto Amministrativo non è legittimo perché il Castello Savelli fa parte del patrimonio comunale ed ogni attività in merito alla stessa va riportata, ai sensi dell’art. 42 del 267/2000, all’attenzione del Consiglio Comunale per mezzo di uno specifico atto o di altro atto di programmazione come previsto alla lettera l (acquisti e alienazioni immobiliari, relative permute, appalti e concessioni che non siano previsti espressamente in atti fondamentali del consiglio o che non ne costituiscano mera esecuzione e che, comunque, non rientrino nella ordinaria amministrazione di funzioni e servizi di competenza della giunta, del segretario o di altri funzionari).
Lascia sgomenti costatare come a pochi mesi dalle elezioni municipali il Sindaco e la maggioranza si siano precipitati, dopo un decennio di inattività, a pubblicare un Avviso Pubblico che è in palese ed evidente contrasto con quanto stabilito dalla stessa maggioranza pochi anni prima, nel 2007. E’ vero gli anni passano per tutti e ci si dimentica di ciò che precedentemente è stato deliberato. Non sappia la mano destra cosa fa la sinistra.
Cosa fare?
Il provvedimento è dunque illegale ed illegittimo, al Dirigente non rimane che ritirarlo.
Per questa ragione è stata presentata un’istanza al Dirigente Settore VII e al Segretario Comunale di richiesta di Annullamento in autotutela del provvedimento adottato.
L’annullamento del provvedimento serve a tutelare in prima istanza il Dirigente, il Segretario Comunale e poi il Sindaco e gli Assessori. In secondo luogo serve a ripensare la strategia di valorizzazione del Castello Savelli.
Pensare una nuova strategia, nuovi obiettivi e nuovi contenuti da proporre al Consiglio Comunale. Tutti siamo consapevoli dell’importanza e del valore che abbiamo ereditato e siamo certi che se ben gestito il nostro patrimonio artistico può creare sviluppo, crescita economica ed occupazione. Ma non è questa la strada. La strada è quella di perseguire una progettualità consapevole del valore che abbiamo ricevuto in eredità.
Posti di lavoro virtuali o veri?
Da sempre chi vive a Palombara è convinto che il nostro Castello che domina la valle del Tevere può essere fonte di posti di lavoro veri.
Ma per realizzare questo progetto è necessario mettere in campo le migliori risorse e non svendere il patrimonio ereditato. Il rischio è di creare posti di lavoro fasulli e virtuali. I giovani e i disoccupati di Palombara di tutto hanno bisogno eccetto che di posti di lavoro virtuali. I mestieranti della politica nostrana promettono posti di lavoro ai disoccupati in cambio di un voto. Si comprende, è naturale… è facile fare politica in questo modo.
Dal nostro punto di vista la politica e una buona amministrazione devono operare per creare le condizioni per far crescere economicamente un territorio. Lo sviluppo non avviene per caso ma perché ci sono le condizioni per fare impresa.
Oggi, un turista che capita per caso a Palombara, arriva al Castello e trova due volontari che svolgono il servizio di guida turistica, paga il biglietto (i soldi vengono incassati dal Comune), vede una parte dell’antico maniero, le stanze con gli affreschi del 1200 e del 1500, sale su, su sino alla torre e da lì abbraccia un paesaggio immenso. Ma tutto ciò è possibile solo grazie al volontariato, cioè all’opera preziosa svolta dall’associazione “Gli Amici del Castello”.
Andare oltre i fantasmi
Oltre agli Amici del Castello, nulla! Si … poi il nulla! Il forestiero che ha finito il giro turistico ringrazia i coraggiosi temerari. Oltrepassa il portone, esce, scende fra i nostri antichi vicoli e si imbatte in vicoli dalla pavimentazione dissestata, antichi palazzi dalle facciate fatiscenti, rifiuti abbandonati ai lati delle strade, abusivismi di privati... Il degrado è palese.
Non è quindi solo questione di Foresteria, Giardino Pensile e Sala degli Ottaviani regalati a privati.
Per un attimo proviamo a pensare e a rispondere a queste domande: “Che immagine di Palombara si porta via il turista che si è trovato per caso a visitare il nostro Castello?”, “Quali ricordi ed emozioni porta con se?”, “Cosa racconta agli amici e ai suoi familiari?”.
Il Castello ed il centro storico, così trascurati e non governati da decenni non sono due temi slegati. Si tengono con una domanda “cosa si intende per sviluppo turistico?”.
Il turismo passa anche per il recupero del centro storico. Tutto ciò fa pensare che c’è bisogno di qualcos’altro e di qualcun altro capace di valorizzare il “Castello Savelli” e il “Centro storico”.
Per Palombara non serve un’altra visione di sviluppo perché un’idea di sviluppo turistico non c’è mai stata. Se l’Amministrazione l’ha attuata nessuno in questi 10 anni se né accorto. I disoccupati non se ne sono accorti. Un altro futuro, un’altra prospettiva ci attende. Cerchiamo di esserci e di non mancare all’appuntamento con la storia.