L'ultima rappresentazione
- Categoria: Turismo, Cultura e Sport
- Pubblicato: Sabato, 30 Aprile 2016 08:58
Dopo 15 anni de “Le 7 Parole di Gesù in Croce” a malincuore si è deciso di mettere “fine” ad un’iniziativa artistico culturale che ha cercato di unire l’antico e il nuovo. Non tutti sono a conoscenza che dei concittadini negli archivi della nostra parrocchia hanno tirato fuori dalla polvere del tempo uno spartito composto da un accademico di Santa Cecilia, nato a Palombara nel 1901 e commissionatogli dall’allora parroco don Luca Valenti. Morto nel 1954 a Roma, ora l’insigne professore riposa nel cimitero monumentale del Verano.
I sette brani musicali sono stati valorizzati da don Bruno Marchetti da 15 anni incorniciandoli all’interno di un’opera artistico – teatrale che quest’anno ha visto un susseguirsi di perle letterarie e musicali. Infatti il coro, i solisti e l’orchestra ha presentato musiche di Fuscus, Handel, Mozart, Invood ed altri autori.
I testi di Jacopone da Todi e di Metastasio, oltre che di don Bruno hanno rievocato ed attualizzato il racconto degli ultimi momenti della vita del Cristo.
L’ultimo sforzo, in occasione del Giubileo della Misericordia, dopo 15 anni ha visto inesorabilmente chiudersi un evento che ha coinvolto molti cittadini che sono stati impegnati in diversi ruoli sia sulle scene, sia dietro le quinte.
L’opera si è aperta con il suono del corno “Jobel”. Il corno che annunciava ad Israele l’anno di Grazia e di liberazione: il suono del Giubileo della Misericordia. Poesie tra il ricordo e la presenza, evocazione di gesti antichi e rituali liturgici. Sette parti ad indicare una direzione un cammino compiuto e da compiere sempre. Certamente questi anni trascorsi hanno avuto l’obiettivo di valorizzare una memoria ed un patrimonio storico – artistico di notevole pregio che è presente negli archivi.
I nuovi testi e le nuove opere musicali ideate e scritte da don Bruno sono state inserite nell’Archivio Storico della Parrocchia di Palombara, un archivio che registra e conserva dati e documenti dal 1500.
Al termine di quest’esperienza dobbiamo riconoscere l’impegno e lo sforzo di molti per la realizzazione di un progetto così grande e ambizioso, che dobbiamo dire ben riuscito.
Noi cittadini non possiamo che cogliere un senso di gratitudine per quest’oratorio sacro raccontato con il linguaggio del nostro tempo.
Un Grazie per quest’ultima rappresentazione. Abbiamo compreso il senso di quell’antica sapienza che fa fermare in tempo gli uomini.
Anche per questo un grazie è doveroso.
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