Tributi e giustizia sociale
- Categoria: Bilancio, Tributi e Servizi Generali
- Pubblicato: Venerdì, 17 Ottobre 2014 10:27
Il messaggio lanciato, nemmeno tanto nascosto, dall’Amministrazione comunale con l’adozione della deliberazione consiliare n. 60 del 10 settembre 2014 con la quale ha stabilito i criteri e l’aliquota per il versamento della TASI, ha confermato quanto già evidenziato da altri atti deliberativi, faticosamente approvati dal Consiglio Comunale, relativi ai bilanci comunali e relative verifiche di equilibrio degli stessi.
Il messaggio ricevuto è, ovviamente, di una estrema difficoltà a gestire i servizi comunali con l’accuratezza e la tempestività dovuti, a motivo di una persistente carenza di disponibilità finanziaria.
Tale carenza è causata, oltre che da una situazione economico-sociale complessivamente in sofferenza, anche, evidentemente, da scelte poco oculate e/o previsioni poco attendibili a fronte, purtroppo, di tasse, tributi e addizionali portati la massimo.
Il tributo TASI è emblematico: aliquota al massimo per tutti, dalle ville alle case popolari, e nessuna detrazione, con lo scopo chiarissimo di fare cassa per cercare di arginare una gestione finanziaria pesantissima e, forse, creare disponibilità in vista della prossima competizione elettorale.
Si è scelto di continuare a far pagare i soliti noti, ignorando le quotidiane difficoltà del cittadino, invece di cercare altre soluzioni ancorché consentite e previste da norme di Legge.
La legge n. 89/2014 (misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale, la cosiddetta spending review) autorizza le Pubbliche Amministrazioni "a ridurre gli importi dei contratti in essere aventi ad oggetto acquisto o fornitura di beni e servizi, nella misura del 5 per cento, per tutta la durata residua dei contratti medesimi. La Legge consente cioè di rinegoziare il contenuto dei contratti, in funzione della suddetta riduzione". Riduzione che consentirebbe al Comune un risparmio.
In un quadro particolarmente complesso quale la gestione finanziaria dei Comuni, l’applicazione di tale norma non sarebbe stata comunque risolutiva, ma il possibile risparmio sopra citato avrebbe potuto consentire, ad esempio, l’introduzione di detrazioni a favore di fasce deboli della popolazione e favorire una dovuta giustizia sociale.
Giustizia sociale che, in un momento quale quello che viviamo, farebbe percepire al cittadino l’attenzione di chi lo amministra, partecipe delle sue difficoltà quotidiane, senza che questo vada ad appesantire il bilancio comunale poiché attivandosi nella direzione sopra indicata l’Amministrazione recupererebbe in altro modo le detrazioni eventualmente introdotte.